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al testo di Rosetta Sacchi
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Oggi ho digiunato e non importa chè non si vive di solo pane ma della spiga acerba dal seme esplosa. Non bibliche reminiscenze, è sotteso… ma un pensiero strabico sospeso nei meandri d’una poesia impietosa che m’attraversa traghettandomi per mari incerti ed ignoti.
Non sono che il sussulto dell’onda in via di sfogo, presto alla china che ridiscende, fragore ed eco nell’attimo celeste _idillio_ e nel sogno d’una fronda gravida e d’ogni ramo adorno, speme. Mentre io perdo la conta delle foglie, ad ogni passo ogni sosta ogni mancato arrivo.
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